L’ISOLA FAVOLOSA di Ailem Carvajal
Gian Paolo Minardi (Musicólogist)
Il classico in discoteca
L’ISOLA FAVOLOSA di Ailem Carvajal
scritto da Gian Paolo Minardi - Gazzetta di Parma, Italia (28-01-2013)
Vive e lavora a Parma, dove si dedica con deciso impegno alla didattica musicale per l’infanzia ma il suo profilo è assai più ricco e frastagliato per la varietà di esperienze che si intrecciano nella sua vita. Ailem Carvajal, pianista e compositrice, è nata infatti a Cuba dove si è formata musicalmente per poi ampliare il proprio raggio in Europa, attratta da contingenze e da sollecitazioni che la portano ad incontrare diverse personalità e a confrontarsi con situazioni più avanzate sul terreno della ricerca musicale, fino all’approdo più recente, al nostro Conservatorio, dove segue i corsi sperimentali di Luigi Abbate.
Un percorso oltremodo vario, contrappesato peraltro da importanti riconoscimenti internazionali nonché da significative committenze, le cui tappe affiorano in maniera eloquente da un recente disco della Rey Rodriguez Productions. <Isla> s’intitola, come a siglare quella matrice nativa che possiamo riconoscere quale elemento di coerenza di un cammino che attraversa situazioni linguistiche non poco divaricate; ma, appunto, non si tratta di un’impronta folclorica che si sovrappone solo suggestivamente bensì di un ingrediente che va trasformandosi sotto l’istigazione di nuovi orizzonti mantenendo pur sempre una propria tensione immaginativa. Che è poi il rapporto che alcuni compositori di ceppo nazionale hanno intrattenuto in maniera fertile e originale con il versante della cosiddetta ‘classicità’: Cajkovskij con Mozart, Bartok con Beethoven, Kurtag con Webern per citare solo alcune punte.
Ed è infatti tale sensazione che ci accompagna lungo l’ascolto di questo CD che muove dalle tre deliziose <Miniature> pianistiche, composte dalla Carvajal a sedici anni, per ampliarsi in maniera significativa nella, sempre pianistica, <Suite insular> dove gli echi di una tradizione pianistica ricca di umori come quella cubana -si pensi solo alle pagine fragranti di Ernesto Lecuona- si aprono verso una proiezione immaginaria che trascende il colore locale per diramarsi verso sensazioni più inventive, che ritroviamo nelle liriche su Tagore e quelle di <Pajaros Perdidos> (intonate con intensità da Lorna Windsor), e che si prolungano più avventurosamente nel dialogo tra clarinetto e fagotto di <Identidad> per entrare poi in una più aperta dimensione spaziale con <Aé! Mañunga> per violoncello e ‘tape’, fino al più recente <Eón> per clarinetto in mi bemolle e ‘tape’ dove la Carvajal fa dell’elettronica un tramite evocativo di un ideale paesaggio sonoro. Una bella sorpresa in casa nostra!
L’ISOLA FAVOLOSA di Ailem Carvajal
scritto da Gian Paolo Minardi - Gazzetta di Parma, Italia (28-01-2013)
Vive e lavora a Parma, dove si dedica con deciso impegno alla didattica musicale per l’infanzia ma il suo profilo è assai più ricco e frastagliato per la varietà di esperienze che si intrecciano nella sua vita. Ailem Carvajal, pianista e compositrice, è nata infatti a Cuba dove si è formata musicalmente per poi ampliare il proprio raggio in Europa, attratta da contingenze e da sollecitazioni che la portano ad incontrare diverse personalità e a confrontarsi con situazioni più avanzate sul terreno della ricerca musicale, fino all’approdo più recente, al nostro Conservatorio, dove segue i corsi sperimentali di Luigi Abbate.
Un percorso oltremodo vario, contrappesato peraltro da importanti riconoscimenti internazionali nonché da significative committenze, le cui tappe affiorano in maniera eloquente da un recente disco della Rey Rodriguez Productions. <Isla> s’intitola, come a siglare quella matrice nativa che possiamo riconoscere quale elemento di coerenza di un cammino che attraversa situazioni linguistiche non poco divaricate; ma, appunto, non si tratta di un’impronta folclorica che si sovrappone solo suggestivamente bensì di un ingrediente che va trasformandosi sotto l’istigazione di nuovi orizzonti mantenendo pur sempre una propria tensione immaginativa. Che è poi il rapporto che alcuni compositori di ceppo nazionale hanno intrattenuto in maniera fertile e originale con il versante della cosiddetta ‘classicità’: Cajkovskij con Mozart, Bartok con Beethoven, Kurtag con Webern per citare solo alcune punte.
Ed è infatti tale sensazione che ci accompagna lungo l’ascolto di questo CD che muove dalle tre deliziose <Miniature> pianistiche, composte dalla Carvajal a sedici anni, per ampliarsi in maniera significativa nella, sempre pianistica, <Suite insular> dove gli echi di una tradizione pianistica ricca di umori come quella cubana -si pensi solo alle pagine fragranti di Ernesto Lecuona- si aprono verso una proiezione immaginaria che trascende il colore locale per diramarsi verso sensazioni più inventive, che ritroviamo nelle liriche su Tagore e quelle di <Pajaros Perdidos> (intonate con intensità da Lorna Windsor), e che si prolungano più avventurosamente nel dialogo tra clarinetto e fagotto di <Identidad> per entrare poi in una più aperta dimensione spaziale con <Aé! Mañunga> per violoncello e ‘tape’, fino al più recente <Eón> per clarinetto in mi bemolle e ‘tape’ dove la Carvajal fa dell’elettronica un tramite evocativo di un ideale paesaggio sonoro. Una bella sorpresa in casa nostra!